Il sasso e il nome
Da sempre l’umanità riflette sulla propria fine, alimentando
la speranza di una vita oltre la morte, o
chiudendosi entro l’orizzonte di una dimensione
puramente terrena. Nell’un caso e nell’altro, monumenti
e iscrizioni funerarie stanno a testimoniare
un “sentire” che si manifesta nell’elogio delle
virtù del defunto o nell’espressione del dolore
dei sopravvissuti. Tra i vivi e i morti si stabilisce
quell’intenso rapporto affettivo che il Foscolo definisce
«corrispondenza d’amorosi sensi».
Se fino al Settecento molte epigrafi contenevano il
riferimento alla mort de soi (ossia alla morte del
soggetto, al corpo sepolto e al suo disfacimento in
attesa della risurrezione), intorno alla metà del secolo
prevale l’attenzione per la mort de toi, che si
esprime nel dolore dei vivi che piangono la scomparsa
dei propri cari. La morte non annulla il legame
con i defunti: essi continuano a vivere nella
memoria personale e collettiva e spesso in un aldilà
definibile sia in termini di fede cristiana sia in forme
di spiritualismo laico.
Il lavoro si incentra sulla trascrizione e sull’analisi
di oltre mille epigrafi veronesi (appartenenti all’antico
cimitero di San Bernardino e a quello monumentale
di Porta Vittoria), e sulla ricostruzione degli
avvenimenti che portarono al passaggio dalle sepolture
nelle chiese alle inumazioni nei recinti cimiteriali
extraurbani, in ossequio alla normativa sanitaria
progressivamente affermatasi in tutta Europa a partire
dal 1770.
Attraverso l’analisi del formulario epigrafico, in cui
si è espressa la memoria storica e collettiva della
città, è stato possibile individuare le varie modalità
con cui l’uomo ha cercato di rapportarsi ai ‘modi
del morire’, definendo altresì i ‘modi del vivere’.
Simona Cappellari (Parma 1974), dottore di ricerca in Linguistica, Letterature Straniere e Letterature Comparate, è attualmente assegnista presso il Dipartimento di Romanistica dell’Università di Verona. Si è occupata di letteratura italiana e straniera del Sette-Ottocento, con particolare attenzione ai temi del viaggio, dello spazio narrato e dell’epigrafia sepolcrale. Ha pubblicato vari articoli in riviste («Aevum», «Testo») e in volumi miscellanei. Dal 2006 cura la pubblicazione dei Quaderni del Premio Letterario Giuseppe Acerbi.