Fra Dante, Petrarca, Boccaccio e studi eruditi
Molteplici sono i temi che emergono nelle 228 lettere costituenti il carteggio fra Giovanni
Iacopo Dionisi e Bartolomeo Perazzini, eruditi e letterati veronesi. Oltre all’allestimento
delle varie opere dantesche di Dionisi, seguiamo anche la preparazione delle due edizioni
bodoniane: Commedia nel 1795, Rerum vulgarium fragmenta e Triumphi nel 1799,
edizione, quest’ultima, che vide la luce in un momento storico travagliato (invasione
francese di Verona). Non mancano notizie circa altre opere pubblicate dal prolifico
Dionisi, come per esempio la traduzione dei Trattati di s. Zeno, nella quale (il dato
emerge per la prima volta) il ruolo di Perazzini fu fondamentale. Il filone boccacciano
che percorre il carteggio verte soprattutto sul «Codice Mannelli» del Decameron, il noto
manoscritto fiorentino dell’opera considerato a lungo il più affidabile, prima della scoperta
novecentesca dell’autografo berlinese. I temi e i personaggi che popolano le lettere sono
molti altri: i rapporti con gli eruditi fiorentini (Angelo Maria Bandini, Gaetano Cioni,
Francesco Fontani, Giovanni Lami, Marco Lastri, Lorenzo Mehus, Domenico Moreni,
Giuseppe Pelli Bencivenni) e non (solo qualche esempio: Johann Bernhard Merian,
direttore dell’Accademia delle scienze di Berlino, l’astronomo muranese Vincenzo Miotti,
Girolamo Tiraboschi), i manoscritti danteschi consultati da Dionisi alla ricerca di varianti
al testo vulgato del poema, alcuni dei quali finora non collegati al canonico veronese, la
ricerca erudita, la costante volontà di «promover le lettere» (lettera di Perazzini a Dionisi
del 16 marzo 1777). L’Introduzione, dopo un profilo biografico dei due eruditi coinvolti
nel carteggio, presenta la consistenza di quest’ultimo (precisando anche la curiosa vicenda
di molte lettere, che ebbero una prima trascrizione a fine Ottocento), ne tratteggia i temi
e gli spunti più significativi ed enuncia i criteri di trascrizione delle missive. Ogni lettera
è dotata di commento.
Luca Mazzoni (1975) si è laureato e ha conseguito il dottorato in Filologia italiana presso l’Università Cattolica di Milano. È stato borsista della Fondazione Confalonieri di Milano ed è dottorando in Letterature straniere e scienza della letteratura presso l’Università di Verona. Si occupa prevalentemente di storia della fortuna dantesca e di storia della filologia; ha pubblicato articoli in varie riviste, e il volume Postille di Pio Rajna alle «Origini dell’epopea francese». Trascrizione e studio (2008), con edizione anastatica dell’opera di Rajna.