Cultura e cognizione
di Francesco Ronzon
Questo libro vuole offrire un’introduzione alle in-dagini ecologiche relative al nesso tra cultura e cognizione sviluppate all’interno dell’antropologia culturale. A partire dagli anni Ottanta, in vari ambiti disciplinari (antropologia, sociologia, psi-cologia) si è potuto assistere a un passaggio di interesse teorico dall’analisi delle idee, dei sim-boli e delle credenze a quello delle pratiche, dell’esperienza e dell’agire-nel-mondo degli atto-ri sociali. Seguendo un’analisi tematica, la men-te, le abilità, il linguaggio, i processi di appren-dimento e organizzazione sono qui indagati co-me esito di una serie di relazioni tra il proprio ambiente (sociale e materiale). Ne emerge un’originale e innovativo dialogo interdisciplinare basato sull’analisi di casi etnografici tratti dal mondo dell’arte, della scienza e della vita quoti-diana.
Le Chiese Intra Muros di Verona
di Massimo Corradi
Girando per Verona e osservando i nomi di alcune vie come S. Giusto o S. Marco e soprattutto fermandomi a guardare antiche chiese trasformate in ristoranti o altro come ad esempio il Redentore o S. Matteo, mi sono sempre chiesto quando queste chiese hanno smesso di officiare e perché e poi … ma quante erano le chiese un tempo a Verona? Ho così iniziato la mia ricerca.
De tintinnabulis – Le campane
di Girolamo Maggi
(a cura di Lorenzo Carpané)
Il trattato, diviso in 20 capitoli, passa in rassegna dapprima una storia delle campane e poi il suo uso moderno nelle diverse forme; vi si leggono anche riferimenti alla sua permenenza a Cipro. L’interesse del trattato è dato non solo dalla ricostruzione – more erudito – della storia dell’uso delle campane, corredata da una fitta rete di richiami testuali, fatti a memoria a causa della condizione di schiavitù e della conseguente mancanza di libri, ma anche dalla dimensione geografica, che testimonia dell’uso delle campane all’epoca, anche in territori non cattolici.
Covid-19 Cartoline dal fronte
di Federico Lunardi
Schizzi di umanità e riflessione che raccontano, senza un vero io narrante, immagini, sentimenti, fatti, accadimenti. Parole nate dal dialogo con pazienti, colleghi, famigliari. Parole scritte nelle corsie ospedaliere – sede di dolore e speranza – in un Italia che mai nella propria storia ha vissuto limitazioni di libertà così spinte. Un tentativo di ragionare, riflettere, meditare. Un tentativo di mettere in comune punti di domanda a una comunità umana che dovrà fare i conti con un recente passato, un incerto presente e un imprevedibile futuro se vorrà trovare una dimensione comune inclusiva.
Il fascismo e l’universo femminile
di Mirella Leone
Donne, “madri della razza”, fattrici di futuri soldati, al centro dell’ideologia e del programma politico del fascismo. Donne che rispondono con il dissenso o con il consenso, entrambi fondati nell’interiorità, a partire dai bisogni, dall’aspirazione femminile all’autodeterminazione. Un rapporto, fra il fascismo e l’universo femminile, che viene analizzato e ricostruito attraverso il materiale documentario, dal punto di vista della storia di genere, contestualizzato nella storia nazionale e in quella locale, di Verona, dove le vicende emblematiche di tre donne confermano e integrano le tesi del saggio. Nella convergenza fra storia locale e storia di genere risulta una visione complessa, con aspetti poco noti e, per certi versi, imbarazzanti, come quello del consenso femminile al fascismo.
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