Peso | 0,20 kg |
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Dimensioni | 14 × 23 cm |
Rilegatura | Brossura, con alette |
Anno di pubblicazione | 2017 |
Pagine | 456 |
ISBN | 9788864642611 |
PeriagogeTeoria della singolarità e filosofia come esercizio di trasformazione
di Guido Cusinato
E se la singolarità prendesse forma nel trasgredire, nel deviare, nel trascendere, nell’esprimersi? E se all’origine ci fosse la necessità di far fronte all’imprevisto, all’esperienza di una crisi radicale che porta a uscire al di fuori di sé, fino ad arrivare a viversi come una sorpresa?
Con «singolarità» Cusinato intende il risultato d’un processo creativo d’individuazione che si concretizza in una forma espressiva unica e irripetibile. Ciò che caratterizza la singolarità non è dunque l’identità d’una sostanza, ma l’unicità d’un percorso espressivo. E tale unicità si costituisce in una conversione (periagoge) del posizionamento nel mondo che porta a far breccia sugli orizzonti del senso comune, fino a inaugurare un nuovo inizio. Una singolarità può essere un’opera d’arte, un gesto, un evento, una persona. È a partire da questo intreccio fra singolarità, crisi e autotrascendimento che Cusinato delinea una nuova fenomenologia della persona: la persona non è un «centro spirituale» che s’incarna in un corpo e neppure una continuità di stati della coscienza o un’unità assembleare. La persona è piuttosto un ordine del sentire unico e inconfondibile che facendosi contagiare dall’esemplarità altrui viola la propria chiusura operativa. È un sistema non autopoietico che opera sostituendo il paradigma immunitario con quello del prendersi cura del mondo. La crisi del proprio orizzonte d’intrascendenza non è un evento patologico da neutralizzare, ma ciò che permette l’apertura al mondo. Nella persona la fame di nascere (la fame propria di un vivente che non finisce mai di nascere) si fonde così con la cura del desiderio che dà forma alla propria excentricità.
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