Peso | 0,20 kg |
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Dimensioni | 14 × 21 cm |
Rilegatura | Brossura |
Anno di pubblicazione | 2023 |
Pagine | 65 |
ISBN | 9788864647531 |
La malattia nel mito
di Paola Arnaldi
Nel mito il morbo non declassa i suoi eroi e anche se un’epidemia di peste li fa precipitare anzitempo all’Orco o una malattia si insinua subdolamente nei loro tessuti e cellule minandole progressivamente, gli eroi rimangono tali.
Lontani sono i campi di battaglia, sempre più affievoliti gli echi degli oricalchi, ma nell’immaginario delle patologie termini come pugna, lotta, o più poeticamente tenzone rinnovano gli antichi ardori… il nemico si è fatto invisibile,
la sua appartenenza all’Ade non lo rende però meno pericoloso, le armi si affilano impotenti di fronte all’incombente falce saturnia, l’aretè edificata sulla vita “activa” cerca di costruirsi una nuova identità nell’impari lotta contro il male.
L’orizzonte visivo dai campi di battaglia si restringe al corpo… lo si ausculta in attesa dei sintomi rivelatori, lo si blandisce, lo si neutralizza con farmaci adeguati. La malattia allontana l’infermo dagli umani consorzi, il suo “deserto stato” non attira i mortali, ancor più se aggravato da piaghe nauseabonde, come nel caso di Filottete abbandonato nell’isola di Lemno. Ercole sul monte Eta, avvolto nella tunica sudario, incauto dono di Deianira si appresta ad affrontare la tredicesima fatica, questa volta non contrassegnata dal successo, ma sempre impresa eroica, così come Aiace, dopo aver massacrato in un attacco di pazzia gli armenti innocenti diventa il boia di se stesso uccidendosi, perché la follia, anche se provocata da divinità, non ammette attenuanti.
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