“Mettersi davanti a uno specchio e dire che quell’immagine è un’altra persona.”
L’imitazione cieca è un inganno per mediocri. La traduzione conduce oltre lo specchio. Il derviscio della storia è Mullah Nasruddin che cavalca il suo adorato asino al contrario, fermandosi di villaggio in villaggio per raccontare le sue singolari storie.
Le parole di Nasruddin furono introdotte in Turchia dal grande mistico persiano Jalaluddin Rumi (1207-1273), fondatori della confraternita dei dervisci rotanti, per illustrare agli allievi i lati più profondi del proprio insegnamento.
E Nasruddin? È il saggio dei saggi, leggendario maestro burlone tenuto nella più alta considerazione negli ambienti sufi. Nonostante vi sia chi gli attribuisca una biografia e addirittura una tomba (a Aksehir, in Turchia), Nasruddin è una figura atemporale che sfugge ad ogni caratterizzazione.
Dalla prefazione a cura di
Gianluca Magi
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