Peso | 0,40 kg |
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Dimensioni | 14 × 21 cm |
Rilegatura | Brossura |
Anno di pubblicazione | 2020 |
Pagine | 238 |
ISBN | 9788864645605 |
Il rosso è un colore
di Antonino La Russa
Chi era Galileo, quando ancora non era lo scienziato che conosciamo attraverso le immagini del processo del 1633 e della vecchiaia?
Nella Padova della fine del Cinquecento, egli è un giovane professore di discipline matematiche, che conquista una vasta platea di studenti, tanti amici ed estimatori; tuttavia, nello stesso tempo attorno a lui si vanno stringendo nemici mossi da invidia e fanatismo, i più torbidi impulsi umani. Ma perché, ora, accetta di entrare in una storia di latrocinio, delitti, congiure che toccano anche l’Università (lo Studio, come si chiamava allora) e lo Stato Veneziano, minacciato da pericoli esterni? Come riesce a trasformare una vicenda terribile in un’occasione di esercizio della prudenza e della spregiudicatezza, dell’ingegno e dell’astuzia, salvando la famiglia di un suo caro amico? E perché la sua vita si complica ulteriormente quando conosce Marina, la donna che gli darà tre figli e che anni dopo abbandonerà, per ritornare in Toscana?
Nella vicenda del romanzo, il gioco del verosimile emerge da uno sfondo storico ricostruito con notizie e linguaggi tratti da fonti conosciute (gli studi di Antonio Favaro, la descrizione della Padova del Seicento di Angelo Portenari, il poderoso epistolario galileiano, le commedie di Ruzante, per citarne alcune) e, poi, da inediti: un documento scoperto all’Archivio di Stato di Padova, dall’autore di questo romanzo, e pubblicato negli Atti dell’Accademia galileiana, altri inediti in fase di studio, e infine un manoscritto conservato presso la Biblioteca dell’Università di Padova
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