IL LIBRO
Alluvione
Cosa può pensare un uomo quando vede per l’ennesima volta la natura scatenarsi contro di lui? Cosa può fare per proteggere la sua famiglia? Fino a dove può spingersi la sua “furia umana”? E la sua “voglia di giustizia” è ancora con lui, dopo l’ennesima ed inattesa alluvione che una volta di più lo costringe a “guardarsi dentro”, come mai gli era successo prima?
Orio Grazia ce lo racconta ne “Il tempo dell’umiltà” con una semplicità e una precisione morale a tratti disarmanti. La sua casa è stata costruita in quella maniera perché non si sa mai, perché c’è Francesca, la sua primogenita diversamente abile… E l’Alpone il 1° novembre del 2010 gli si presenta davanti a casa, come un “drago”, impetuoso come non mai. Pronto a portarsi via, ancora una volta, la sua vita.
Orio questa volta combatte. E combatte duramente. Non importa se a casa sua si presentano Berlusconi, Bossi e Bertolaso. Lui, educatamente, dice di non poter offrire niente perché la sua casa è ancora piena di fango. Orio, per l’ennesima volta, si guarda dentro, incapace di fermare la violenza devastante del fiume che lo ha visto crescere. E di colpo capisce che, forse, qualcuno lo vuole mettere alla prova.
Don Alessandro, quando Orio si presenta “alterato nella fede”, gli dice semplicemente che questo è “il suo tempo dell’umiltà”. Quelle poche parole cambiano improvvisamente tutto. Tutto assume un nuovo aspetto. Tutto, ancora una volta, da rifare. Ma questa volta c’è la consapevolezza di aver fatto quello che ognuno di noi può e deve fare: chiedere giustizia, chiedere “a voce alta” che qualcuno spieghi, che qualcuno si prenda le proprie responsabilità. Monteforte non fa audience a livello nazionale. L’Italia si accorge “improvvisamente” dell’alluvione solo il 9 novembre, quando arriva il presidente del Consiglio in visita alla gente della Val d’Alpone. Lo stesso vale per i mezzi di informazione nazionali. Sempre pronti a criticare quel sistema Nord Est, mai elogiato quando le prove sono lì, davanti agli occhi. Questa gente la solidarietà l’ha sempre data. Ogni volta che è stata chiesta. Adesso chiede solo di riavere la propria vita. Come era prima che il “drago”, per l’incuria di chi doveva governare e sorvegliare ma non l’ha fatto, si ribellasse e scappasse ancora una volta.
Orio scopre, così, una profonda gratitudine. La dolcezza e la pace, alla fine, lo portano a ritrovare un nuovo vivere. “Il tempo dell’umiltà” testimonia la grandezza dell’uomo, piccolo o grande che sia, davanti al dolore.
1-2 novembre 2010
L’alluvione del Veneto
Una intensa perturbazione atlantica molto lenta nella propria evoluzione determinò piogge abbondantissime su tutto il Veneto, ma in particolare su Alpi meridionali e Prealpi, con punte di oltre 500mm in meno di 24 ore nel vicentino. Già di per sè le piogge furono eccezionali, ma ad aggravare pesantemente la situazione ci pensarono lo Scirocco e la fusione della neve al suolo preesistente sulle montagne fino a quote elevate; l’intenso flusso sciroccale impedì inoltre al mare di ricevere efficacemente il flusso delle acque dalla pianura.
Il risultatò fu disastroso, con esondazione di diversi corsi d’acqua.
L’AUTORE
Orio Grazia, classe 1961, è particolarmente legato al suo paese natale, Monteforte d’Alpone, dove ha continuato a vivere anche dopo il matrimonio con la moglie Luisa e la nascita delle figlie Francesca e Anna. Piuttosto idealista e sognatore senza frontiere, ha sempre cercato di mantenersi libero da ideologie e pregiudizi, adottando una filosofia di vita semplice e rispettosa di tutti. Conseguita la laurea in Lettere presso l’Università degli Studi di Padova, ha abbandonato l’iniziale carriera di amministrativo nella scuola pubblica per intraprendervi quella di docente. Crede nella forza della comunicazione e si proclama pacifista convinto. Le sue certezze hanno vacillato per le conseguenze dell’alluvione che ha dato spunto alla presente opera. Da sempre appassionato di storia e cultura locali, ha scritto alcuni articoli sul suo paese, tra la serietà della ricerca storica e la curiosità per il costume locale.
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